Tommy Vee, alias Tommaso Vianello, nasce a Venezia il 21 luglio del 1973 ed è un DJ e produttore discografico. Muove i primi passi nell’ambiente musicale a 14 anni e all’inizio i suoi pezzi sono principalmente house o underground.
La sua carriera da produttore, parallela a quella da dj, comincia nel 1998 con il suo primo successo Laguna, ma la vera esplosione avviene nel 2004 con Stay, il remix de La Serenissima, brano dell’orchestra strumentale Rondò Veneziano, che raggiunge l’ottava posizione nella Top ten italiana.
È molto conosciuto anche per aver partecipato alla quarta edizione del Grande Fratello e per aver condotto alcuni programmi come Top DJ e The look of the year.
Durante la stagione estiva lo potete trovare nei locali più in voga sulla Isla del divertimento, Ibiza, ospite dei locali più rinomati.
Intervista a Tommy Vee
Sei un famosissimo DJ, ci spieghi cos’è cambiato nel mondo della musica elettronica con l’avvento dei social?
I social sono uno strumento di comunicazione che amplifica le cose… anche la musica. Il rischio è che sia più difficile scoprire i veri talenti perché oscurati da chi è più forte con i social.
L’aspetto fisico ti ha aiutato ad emergere o hai dovuto lavorare più duramente degli altri per dimostrare che all’avvenenza si accompagnava un incredibile talento? Quanto è importante il look per un deejay
Anche il look è uno strumento comunicativo che aiuta.
Da un lato agevola, dall’altro il rischio è di non essere presi troppo sul serio.
Il lavoro ed i fatti nel tempo fanno la differenza.
Quanto conta per te essere attivo sui social media? Li sfrutti per creare un legame con chi non segue assiduamente il mondo musicale ma ama seguirti in quanto personaggio famoso?
Non amo molto i social e credo si veda.
Non li ho saputi sfruttare come avrei potuto.
E’ passato molto tempo, ma quanto è stato importante per te partecipare al grande fratello 4 per farti conoscere al grande pubblico? Tornassi indietro lo rifaresti? Senti ancora qualcuno dei concorrenti di quella edizione?
Il Grande Fratello all’epoca equivaleva ai social di oggi: un amplificatore.
Quindi vale la prima risposta.
Lo rifarei per l’esperienza e sì, sento ancora Ascanio, Katia e Serena.
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